ARPA Toscana "La maggior parte delle emissioni di polveri da riscaldamento domestico/terziario derivano dalla combustione di legna"

Articolo pubblicato venerdì 17 febbraio 2017
ARPA Toscana 'La maggior parte delle emissioni di polveri da riscaldamento domestico/terziario derivano dalla combustione di legna'

In Toscana il 70% del PM10 primario è prodotto dagli impianti di combustione non industriali e cioè dal riscaldamento domestico. Le emissioni che a livello regionale sono imputabili al riscaldamento sono totalmente attribuibili alla combustione di legna e prodotti simili: in particolare più del 99% delle emissioni di polveri da riscaldamento domestico/terziario derivano dalla combustione di legna, di cui l’84% dalla combustione in caminetti aperti e stufe tradizionali (fonte IRSE 2010).

La tipologia di apparecchio in cui avviene la combustione determina infatti significativamente i fattori di emissione: la combustione di legna in caminetto chiuso produce ad esempio - a parità di energia termica (calore) prodotto - un terzo delle polveri emesse dalla combustione di legna in caminetto aperto.

Venendo al pellet, i fattori di emissione di PM relativi alla combustione di pellet alta qualità in apparecchi automatici sono sensibilmente inferiori a quelli relativi al pellet di scarsa qualità.

Le caldaie a legna a tiraggio naturale mostrano valori di concentrazione di polveri in media più del doppio di quelle con tiraggio forzato e regolazioni elettroniche.

La presenza del puffer (vero e proprio volano termico per le caldaie a biomassa) ha una forte influenza sulla riduzione del fattore di emissione delle polveri.

In generale, i moderni apparecchi a pellet e cippato sono significativamente più efficienti e producono emissioni inferiori rispetto ai caminetti e alle stufe tradizionali a legna, ma la maggior parte della combustione della biomassa sembra aver luogo - ancora oggi - in impianti principalmente inefficienti ed inquinanti.

Il progetto europeo AIRUSE, conclusosi nell'aprile 2016, ha prodotto una serie di raccomandazioni relative alla combustione domestica e alle misure disponibili per ridurne le emissioni di polveri. Molte di queste misure sono già state adottate in alcuni paesi scandinavi e alpini con una lunga tradizione di combustione domestica del legno e alcune sono state concordate a livello europeo ma ancora non pienamente attuate.

Elemento principale per ridurre l’inquinamento da polveri fini causato dagli impianti di combustione domestica è sicuramente quello di assicurare nella pratica un corretto funzionamento ed una corretta manutenzione degli impianti nuovi o già esistenti, evitando inoltre che vengano bruciati rifiuti o altri prodotti non ammessi.

Oltre agli accorgimenti e alle buone pratiche che il singolo utente può intraprendere nella gestione del proprio riscaldamento domestico, dal canto loro le amministrazioni possono inserire - nei propri atti – alcune misure relative al riscaldamento a biomasse nelle abitazioni. Tali misure possono essere sia a carattere di “emergenza” (vedi interventi contingibili, come il divieto di accensione caminetti), che strutturali.

Tra i possibili interventi strutturali da introdurre nei Piani di Azione Comunale per ridurre l’inquinamento atmosferico nel proprio territorio, la Regione Toscana ha proposto ai Comuni alcune misure relative a riscaldamento, come l'erogazione di incentivi alla chiusura degli esistenti camini aperti, gli accordi con le aziende di erogazione gas per un costo ridotto per l’allacciamento delle nuove utenze alla rete di gas metano, la priorità, nei controlli delle caldaie, a quelle alimentate a biomassa ed in secondo a quelle alimentate a gasolio.

Fonte: www.arpat.toscana.it

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