Energia da sfalci e potature: il collegato agricoltura fa discutere

Articolo pubblicato giovedì 5 maggio 2016
Energia da sfalci e potature: il collegato agricoltura fa discutere

Preoccupazione da una parte, soddisfazione dall’altra. Il Collegato Agricoltura alla manovra di finanza pubblica divide le associazioni di settore, aprendo diversi punti interrogativi. Nel passaggio in Senato infatti, è stata introdotta una modifica  all’art. 185 del Testo Unico Ambientale, proponendo la classificazione delle potature del verde urbano fuori dal regime rifiuti.

Così recita l’articolo 41 della Collegato Agricoltura (Disegno di Legge S 1328-B):

«f) le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), del presente articolo, la paglia, gli sfalci e le potature provenienti dalle attività di cui all’articolo 184, comma 2, lettera e), e comma 3, lettera a), nonché ogni altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso destinati alle normali pratiche agricole e zootecniche o utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana».

Riuscire ad ottenere energia da sfalci e potature è considerata un’opportunità vincente da chi come FIPER è impegnata nel promuovere la valorizzazione di questa tipologia di biomassa legnosa da impiegare nelle reti di teleriscaldamento. Insieme a AIRU la federazione è intervenuta nella difesa della norma dopo che UTILITALIA (che riunisce le imprese dei servizi energetici idrici e ambientali), FISE Assoambiente (che rappresenta le imprese del settore dell’igiene ambientale, della gestione dei rifiuti e delle bonifiche) e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) si sono apertamente poste in contrasto.

Secondo le tre associazioni la nuova misura “comporterà, paradossalmente, un aumento dei costi di trattamento dei rifiuti urbani e quindi un aumento delle tariffe comunali a carico dei cittadini. Infatti si è stimato che il costo di conferimento dalla frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) potrebbe aumentare fino a 10-20 €/tonnellata. Questa norma farà inoltre venir meno una materia prima importante per trasformare i rifiuti organici, renderà critico e difficoltoso il processo di trattamento (digestione anaerobica e compostaggio), comportando un ostacolo allo sviluppo della raccolta differenziata ed al raggiungimento dei target di riciclo”.

Secondo Fiper e Airu (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) invece dal punto di vista economico, per l’amministratore pubblico, la gestione di sfalci e potature passerà da costo di smaltimento a vendita sul mercato con relativo ricavo: “Questo provvedimento va nella direzione di promuovere concretamente il teleriscaldamento efficiente, priorità definita chiaramente della Direttiva europea sull’efficienza energetica e recepita poi a livello nazionale nel decreto legislativo n.102 del 2014, valorizzando a fini energetici le fonti rinnovabili presenti sul territorio per produrre e distribuire energia attraverso reti di teleriscaldamento”.

Fonte: www.rinnovabili.it

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