Pellet, prezzi in calo La legna però resta la preferita

Articolo pubblicato giovedì 2 febbraio 2023
Pellet, prezzi in calo La legna però resta la preferita

Pellet, prezzi in calo grazie al taglio dell’Iva decisa dal Governo, la star dell’inverno valtellinese rimane la legna. Buone notizie per chi ha scelto di scaldarsi con impianti a biomassa (due milioni di famiglie secondo l’Associazione italiana energie agroforestali): la riduzione dell’Iva sul pellet dal 22% al 10% decisa dal Governo a fine anno per andare incontro alle famiglie già alle prese con rincari generalizzati e inflazione alle stelle, comincia a dare i suoi risultati. A conti fatti I prezzi dei sacchi non sono ancora quelli del 2021, quando il costo di 15kg di materiale si aggirava tra i 5 e i 7 euro, ma il calo rispetto al 2022, quando tra giugno e settembre sono pressoché raddoppiati, è evidente. In questi primi giorni dell’anno - il taglio dell’Iva è entrato in vigore con il 2023 - si trovano confezioni di 15 kg di pellet sotto i 10 euro, mentre prima di Natale i prezzi si aggiravano costantemente tra i 12 e i 13 euro. «La riduzione è sensibile - dicono da Confartigianato imprese Sondrio - e avrà ricadute positive sulle tasche di tutti i cittadini che utilizzano stufe e camini». E magari ridarà impulso anche all’acquisto di questo tipo di impianti soppiantati, quest’inverno, dal ritorno prepotente dei “fratelli” a legna. Se infatti le Prezzi in calo per il pellet dopo la decisione del Governo di ridurre l’Iva dal 22 al 10 per cento Pellet, prezzi in calo La legna però resta la preferita Riscaldamento. Il taglio dell’Iva deciso dal Governo (dal 22% al 10%) ha ridato impulso alle vendite In Valle però i boschi sono facilmente a disposizione vendite di nuovi camini o stufe a pellet si sono stabilizzate e in molti casi hanno mostrato una flessione rispetto agli anni passati, la richiesta di quelli a biomassa legnosa sono aumentate esponenzialmente come raccontano i rivenditori. E non è difficile capirlo vista l’abbondanza di legna in Valtellina, per molti a disposizione gratuitamente, e invece il costo elevato non solo del pellet, la cui produzione in provincia è assai limitata, ma anche del gas metano che ha conosciuto vere e proprie fiammate. «La decisione del taglio dell’Iva da parte del Governo e del Parlamento è stata senz’altro positiva - commenta Annalisa Paniz, direttrice generale dell’Associazione italiana energie agroforestali cui sono legate anche alcune imprese valtellinesi -. Restiamo convinti che sia necessario affrontare l’attuale crisi energetica procedendo in una duplice direzione: da una parte proteggendo e salvaguardando le famiglie italiane a rischio di povertà energetica e dall’altro promuovendo politiche nazionali che favoriscano la transizione energetica e la decarbonizzazione. Da quest’ultimo punto di vista, non va dimenticato che le bioenergie impiegate nella produzione termica in forma di legna da ardere e pellet, sono la principale fonte energetica rinnovabile impiegata nel nostro Paese nel settore termico. Anche per questo, continueremo a lavorare nel corso del 2023 affinché il taglio dell’Iva diventi strutturale». La preoccupazione è infatti che il 10% dell’Iva resti in vigore solo temporaneamente. Impianti Resta aperta la questione degli impianti. «La diminuzione del prezzo del pellet è senz’altro positiva per le famiglie - ricordano da Confartigianato - , ma da sola non basta a garantire l’efficienza energetica e il risparmio. E’ importante avere impianti di ultima generazione, a quattro o cinque stelle, a cui fare la necessaria manutenzione, canna fumaria compresa. Anche dal punto di vista della tutela ambientale. Soltanto così è possibile ottenere un reale risparmio sui costi del riscaldamento». Tra l’altro per l’acquisto degli impianti a più alta efficienza ci sono sia i contributi del Gse, sia anche quelli della Regione Lombardia.

Fonte: Monica Bertolotti - La Provincia

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