La Commissione Ue contro la norma che esclude le potature comunali dal regime dei rifiuti

Articolo pubblicato giovedì 19 gennaio 2017
La Commissione Ue contro la norma che esclude le potature comunali dal regime dei rifiuti

La Commissione europea si appresta a contestare all’Italia la norma del Collegato agricoltura, approvato lo scorso luglio, che esclude gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde urbano pubblico e privato dal regime giuridico dei rifiuti, consentendo di conferirli direttamente in impianti di valorizzazione energetica delle biomasse.

Infatti, rispondendo a un’interrogazione del M5S, il commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella, ha dichiarato che “ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 4, della direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti (di seguito «la direttiva»), la definizione di «rifiuto organico» include i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi. La Commissione ritiene che gli sfalci e le potature rientrino in tale definizione se provengono da giardini e parchi e pertanto dovrebbero essere oggetto di una corretta gestione dei rifiuti, in linea con gli obiettivi di cui all’articolo 4 e all’articolo 13 della direttiva. L’assenza di un controllo adeguato ed efficace su questo tipo di rifiuti sarebbe in contrasto con le disposizioni della direttiva. La Commissione solleverà la questione con le autorità italiane competenti”.

La disposizione inserita nel Collegato agricolo riprende il parere rilasciato nel giugno 2015 dal ministero dell’Ambiente su richiesta della Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili (Fiper), su cui le associazioni di settore si erano divise, con Fiper e Airu favorevoli, Utilitalia, FISE Assoambiente e CIC contrarie.

La contestazione che la Commissione Ue si appresta a fare all’Italia, troverà probabilmente orecchie attente all’interno del nostro governo, dato che durante l’approvazione del provvedimento al Senato il vice ministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero, aveva dichiarato in Aula che “il governo intende ritornare in tempi stretti su questa materia”, dando risposta alle questioni sollevate da due ordini del giorno: uno del relatore Roberto Formigoni (Ncd), accolto dal governo, e un altro, a prima firma di Stefano Vaccari (Pd), approvato dall’Aula. Entrambi gli ordini del giorno sostenevano che la nuova norma, sottraendo le potature e gli sfalci del verde pubblico dalla filiera di recupero dei rifiuti organici, “potrebbe mettere a rischio la sostenibilità dell'intero sistema delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani, di cui i rifiuti organici rappresentano circa il 40 per cento, compromettendo il lavoro fatto e i risultati ottenuti negli ultimi decenni, nonché gli obiettivi di estensione a tutto il territorio nazionale delle raccolte differenziate e il conseguente raggiungimento delle percentuali di differenziazione previste dalla normativa”.

Contro queste posizioni si era espresso il presidente di Fiper, Walter Righini, secondo il quale il provvedimento “premia l’interesse generale del Paese, come a suo tempo già auspicato da Cottarelli nel documento di Spending Review”.  Secondo il presidente di Fiper, “l’esclusione di questa tipologia di residui dall’ambito di applicazione dal regime rifiuti apre nuovi scenari di impiego industriale: dalla produzione di energia rinnovabile alla chimica verde, nell’ottica europea di promozione dell’economia circolare”. 

Fonte: www.astrolabio.amicidellaterra.it

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