Emissioni da riscaldamento a legna e pellet: il settore chiede più chiarezza

Articolo pubblicato mercoledì 20 febbraio 2019
Emissioni da riscaldamento a legna e pellet: il settore chiede più chiarezza

Il tema della qualità dell’aria è sempre più al centro del dibattito pubblico, soprattutto nelle aree del nostro Paese che – come il bacino padano – presentano le situazioni di maggior criticità. Proprio in queste settimane di febbraio gli alti livelli di inquinanti Pm10 nell’aria stanno costringendo numerose amministrazioni comunali in Lombardia, Piemonte e Veneto a correre ai ripari, limitando la circolazione dei veicoli più inquinanti.
Se il traffico automobilistico resta l’elemento più spesso indicato come responsabile dell’inquinamento atmosferico, una componente rilevante spetta anche alle emissioni di polveri sottili riconducibili al riscaldamento residenziale.

A questo proposito, AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), Confartigianato Imprese VenetoANFUS (Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini) e Assocosma (Associazione Nazionale Costruttori Stufe) hanno pubblicato un comunicato congiunto per chiedere maggiore chiarezza sui dati delle emissioni prodotte dalla combustione di biomasse legnose, date le “strumentalizzazioni da parte di settori dei combustibili fossili e carenze evidenti sui dati presi a riferimento per definire politiche e norme.”
La questione non va “liquidata” in modo semplicistico. La complessità del tema e le sue importanti implicazioni meriterebbero, infatti, un adeguato approfondimento sui dati ufficiali.
Il dato di partenza di cui bisogna prendere atto è il calo dell’apporto della combustione domestica alla produzione di Pm10, come certificato recentemente da ARPA Veneto e ARPA Lombardia. Il merito va in gran parte al turnover tecnologico, cioè la sostituzione dei vecchi apparecchi obsoleti con nuovi e performanti generatori a legna e pellet.
Oggi è possibile scegliere l’apparecchio domestico e caldaie a legna cippato e pellet con le migliori prestazioni in termini di efficienza e riduzione delle emissioni – proseguono i rappresentanti del settore. Infatti il decreto ministeriale 186 del 2017 ha introdotto una classificazione a stelle per questi generatori come già avviene per le auto. Nel sistema di certificazione Aria Pulita sono più di 2.600 i modelli certificati e classificati.
Le associazioni – che sul tema si propongono di organizzare a breve un convegno – sintetizzano in cinque punti le azioni concrete da intraprendere, con il sostegno delle istituzioni:

  • accelerare il processo di rottamazione delle vecchie stufe e la loro sostituzione con apparecchi e impianti a legna cippato e pellet classificati con le migliori performance;
  • promuovere l’uso di combustibili legnosi certificati e di qualità;
  • garantire una periodica manutenzione straordinaria dei generatori  e canne fumarie da parte di operatori professionali;
  • assicurare una installazione alla regola dell’arte da parte di imprese qualificate;
  • promuovere e diffondere tra i cittadini le buone pratiche nell’utilizzo degli apparecchi e caldaie a biomasse e nella loro manutenzione ordinaria.

Per quanto riguarda il pellet, l’ Accordo del Bacino Padano siglato tra Ministero dell’Ambiente e Regioni (tra cui il Veneto) per l’attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria prevede l'obbligo per i generatori di calore a pellet domestici di impiegare esclusivamente pellet certificato conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2, che ha come elemento distintivo principale un contenuto di ceneri inferiore allo 0,7%.

Fonte: www.casaeclima.com

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