La scatola che produce biocarburanti dai rifiuti forestali

Articolo pubblicato lunedì 26 novembre 2018
La scatola che produce biocarburanti dai rifiuti forestali

Nel cortile dell’Istituto Fraunhofer, a Friburgo, all’interno di un container si trova un impianto in grado di trasformare i rifiuti del legno in benzina di alta qualità.

Si tratta della concretizzazione di BIOGO, progetto europeo che mira a creare un processo completamente integrato e completo per la produzione di biofuel “ecocompatibili” utilizzando rifiuti e nuovi nanocatalizzatori. La materia prima proviene direttamente dalle foreste, come spiega il Prof. Gunther Kolb del Fraunhofer IMM, coordinatore del progetto UE. “I rifiuti cellulosici e la corteccia d’albero sono disponibili in grandi quantità in tutta Europa, ma fino ad ora sono stati ignorati come risorsa. Ciò li rende una materia prima ideale, in quanto non hanno bisogno di essere coltivati in modo specifico e quindi non saranno in concorrenza con la produzione alimentare”.

Produrre biocarburanti dai rifiuti forestali viene ritenuta un’opzione tecnologica interessante perché “neutrale” dal punto di vista emissivo e, a differenza del petrolio, non ha bisogno di infrastrutture di trasporto dalla fonte alle raffinerie e successivamente alle stazioni di servizio. “Una componente importante del concetto BIOGO è la produzione decentrata”, afferma Kolb. “Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo sviluppato unità mobili di produzione che possono essere ospitate in contenitori e installate dove sono necessarie.”

In uno spazio davvero ridotto (12x3x3 metri), il prototipo d’impianto integra tutte le fasi procedurali e di elaborazione per ottenere biocarburanti dai rifiuti forestali. La prima fase, sviluppata dall’azienda italiana Spike Renewables, vede la trasformazione degli scarti cellulosici in un olio di pirolisi scuro e viscoso. Questo può essere ulteriormente elaborato nella centrale “in scatola” grazie ai microreattori inventati dal Fraunhofer, piccole camere di reazione che lo convertono in gas di sintesi aggiungendo calore, aria e vapore. Il syngas viene quindi utilizzato per produrre metanolo in una seconda fase. Ed estraendo ossigeno dall’alcol si ottiene benzina sintetica. “La sfida – aggiunge il ricercatore tedesco – consisteva nell’ottimizzare il processo in modo da ottenere un carburante chimicamente indistinguibile dalla benzina standard”,rendendo nel contempo il processo di produzione il più ecologico possibile e più efficiente in termini di risorse.

Nel progetto BIOGO, un ruolo fondamentale è stato quello svolto dagli scienziati di Teer Coatings, che hanno inventato un metodo per applicare minuscole particelle di sostanze cataliticamente attive sulle superfici. Questo produce nanocatalizzatori ad alte prestazioni in grado di conservare le risorse. Nei prossimi anni, gli scienziati intendono migliorare la tecnologia, con l’obiettivo di produrre fino a 1000 litri di carburante al giorno.

Fonte: www.rinnovabili.it

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