Produrre biometano dagli scarti di legno, un’impresa possibile

Articolo pubblicato venerdì 12 ottobre 2018
Produrre biometano dagli scarti di legno, un’impresa possibile

I vettori energetici per la mobilità sostenibile? Si potrebbero ottenere dai rifiuti.

Uno degli esperimenti più interessanti, in tal senso, è il progetto tedesco per produrre biometano dagli scarti di legno. In Germania i ricercatori dell’Istituto di tecnologia di Karlsruhe (KIT) sono riusciti a trasformare rifiuti cellulosici in un gas naturale sintetico paragonabile per qualità a quello di origine fossile. L’impianto pilota è stato progettato e testato dagli scienziati del KIT in collaborazione  con il Centro di ricerca dell’Associazione tecnica e scientifica tedesca per il gas e l’acqua (DVGW).

Il sistema opera mediante a valle della gassificazione della biomassa per ottenere syngas, una miscela costituita principalmente di idrogeno, monossido di carbonio e anidride carbonica. Questo mix può infatti essere convertito in metano di alta qualità mediante la tecnica della metanazione. Il processo fisico-chimico su cui si basa l’impianto non è certo una novità per il settore, ma lo diventa se si guarda ai dettagli di funzionamento: il gruppo di ricerca ha infatti sviluppato dei nuovi catalizzatori a nido d’ape, ottimizzati proprio per produrre biometano dagli scarti di legno.

Si tratta di sistemi a base di nichel particolarmente efficienti nel loro lavoro, come spiega Siegfried Bajohr,uno dei ricercatori del progetto: “In un processo a stadio singolo, i catalizzatori in nichel metallico convertono l’idrogeno e il monossido di carbonio e, in caso di sufficiente approvvigionamento di idrogeno, anche l’anidride carbonica in metano e acqua”.

L’impianto di metanazione del KIT ha convertito in modo affidabile gas di sintesi in metano per un periodo di diverse settimane. “Il metano sintetico prodotto è stato poi impiegato come carburante nei veicoli a gas del nostro partner svedese Cortus AB”, afferma Bajohr.

“Inoltre, la tecnologia può essere applicata anche nel contesto power-to-gas“, aggiunge il collega Felix Ortloff Ortloff. In questo caso, l’acqua viene divisa in idrogeno e ossigeno per elettrolisi. Quindi, l’idrogeno reagisce con il biossido di carbonio per produrre biometano. “Il nostro impianto pilota è caratterizzato da un design estremamente compatto e, quindi, da un’elevata mobilità”, spiega Ortloff. “Entra dentro un container, può essere testato ovunque”.

Fonte: www.rinnovabili.it

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